Hauptwerk e GrandOrgue (1)
realizzazione di un organo a canne virtuale

Hauptwerk (www.hauptwerk.com) e GrandOrgue (sourceforge.net/projects/ourorgan/) sono due software musicali di organo a canne virtuale di elevata potenzialità; in questo articolo, più che esaminare nel dettaglio i due software, viene descritta la realizzazione di uno strumento musicale, dalle tastiere all’amplificazione.

La catena minima di produzione del suono può essere, a grandi linee, così schematizzata:

  • tastiera/e midi
  • interfaccia midi-usb (non necessaria se si utilizza una tastiera con uscita usb)
  • computer con Hauptwerk o GrandOrgue
  • amplificazione

Entrambi i programmi sono molto versatili e consentono di ricevere i comandi da dispositivi midi diversi, ad esempio un organo virtuale a più manuali può essere pilotato da più tastiere diverse e anche l’impostazione dei registri e dell’espressione può essere effettuata da più dispositivi midi.

EVOLUZIONE DEL PROGETTO

Il primo tentativo di utilizzo del programma è stato fatto collegando una tastiera elettronica, avente un uscita midi, tramite una interfaccia midi-usb Yamaha UX-16, ad un notebook con 2GB di RAM (un Samsung Q45 già di qualche anno fa e temporaneamente accantonato poiché meccanicamente distrutto, ma elettricamente funzionante per cui degno di tentare una nuova vita) su cui è stato fatto girare il programma; l’uscita audio è stata indirizzata in un piccolo mixer e quindi in cuffia.
L’utilizzo sia di Hautpwerk (su Windows) che di GrandOrgue (su Linux e su Windows) è stato soddisfacente, e così hanno dato ampia soddisfazione i test effettuati collegando altre tastiere contemporaneamente mediante una interfaccia midi-usb ESI M8U XL con 8 entrate midi, alla stessa interfaccia è stato collegato anche un controller midi Behringer FCB1010 con cui era possibile comandare il volume ed il crescendo dell’organo; anche il suo utilizzo in grossi ambienti come una chiesa, con idonei sistemi di amplificazione sonora, è risultato ben oltre alle aspettative.

Il desiderio di suonare in casa un organo provando le stesse sensazioni che si provano suonando un vero organo a canne, ma anche volendo spendere il meno possibile, orientava verso l’acquisto di un organo di tipo “liturgico”. Considerando tuttavia l’esorbitante costo di un prodotto del genere, così come l’acquisto di organi appositamente costruiti per l’utilizzo con con organi virtuali, è stata provvidenziale una economica occasione di un organo Ahlborn Hymnus III da riparare; sebbene la riparazione abbia coinvolto solo parte della circuiteria danneggiata e non abbia riportato lo strumento come uscito di fabbrica (non sono ad esempio possibili le configurazioni avanzate dello strumento), l’uscita audio e, cosa più importante, l’interfaccia midi, erano comunque perfettamente funzionanti.
Il progetto è stato quindi portato avanti utilizzando l’organo Ahlborn Hymnus III e la piccola interfaccia midi-usb Yamaha UX-16.

Nell’effettuare i collegamenti si sono presentati problemi con il ronzio dei 50 Hz nonostante l’utilizzo di cavi schermati; alla fine, senza indagare troppo sui motivi del ronzio (probabilmente un loop di massa), un DI (direct injection) Audio Tools DIP-2 per isolare galvanicamente la parte “computer” dalla parte “audio” ha eliminato il problema.

Ulteriore problema si è presentato con la riproduzione audio: utilizzando una cuffia economica ma di elevata qualità (Philips SHL 5300 “Fixie CitiScape”, con risposta in frequenza indicata sulla confezione di 18-21600 Hz) si sentivano benissimo i profondi 16 Hz di un do di un registro di pedaliera da 32′, così come le squillanti armoniche dei registri da 1⅗’, 1⅓’, 1′, delle ance e dei vari ripieni.
Collegando l’uscita del mixer ad un paio di casse di buona qualità come le RCF Art722-A è arrivata la delusione: acuti scarsi e bassi inesistenti (da tenere comunque in considerazione che le prove sono state fatte a volumi molto bassi). Un equalizzatore Behringer FBQ2496, nato come riduttore dei fischi di feedback ma opportunamente configurato come equalizzatore stereo a 20 bande per canale, ha consentito di migliorare notevolmente il suono nella gamma degli acuti mentre nella gamma dei bassi ha risolto ben poco. Le casse utilizzate hanno infatti una risposta in frequenza di 45-20kHz per cui i 32 Hz di un do di un subbasso 16′ si sentivano molto attenuati (sin troppo) ed i 16 Hz do di un registro da 32′ non si percepivano per niente, mutismo assoluto, evidentemente per la riproduzione di frequenze così basse è necessario un subwoofer.

Per l’impostazione dei vari registri dell’organo si è optato per un pad; la miglior scelta è parsa quella di un Novation Launchpad mini per i numerosi pulsanti configurabili (80: 64+16); una semplice ragione di ingombro ha portato ad optare per la versione mini anziché la versone normale del dispositivo, sebbene la minore dimensione obblighi a prestare maggiore attenzione a non premere più tasti contemporaneamente.
Unica nota negativa di questo Launchpad è che dopo qualche minuto di utilizzo aveva già smesso di funzionare: aprendolo è stato possibile constatare che il connettore usb era stato semplicemente “incollato” e non “saldato” al circuito stampato per cui sono stati sufficienti pochi attacca-stacca per scollarlo e strappare le piste dal circuito stampato; una faticosa riparazione ha comunque consentito di ripristinarne il funzionamento; si consiglia quindi di usare la maggior delicatezza possibile nel caso di utilizzo di questo pad.

Per quanto riguarda l’indicazione dei vari registri sul pad, al fine di cambiare agevolmente i nomi dei registri in caso di cambio di strumento virtuale, si è optato per scrivere su un normale lucido A4 i nomi dei registri e con questo “avvolgere” il pad, unendo nella parte posteriore, con elastici, il lucido per una migliore “tenuta”. (nella 5ª parte dell’articolo viene descritta una soluzione migliore con il velcro)

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