Hauptwerk e GrandOrgue (2)
realizzazione di un organo a canne virtuale

I due programmi esaminati hanno ottime qualità, in particolare GrandOrgue ha a suo vantaggio la la gratuità del software e la possibilità di girare su Linux, mentre la gratuità di Hauptwerk è solamente per la versione di base, che ha il limite di 250 canne contemporanee e 2G di RAM. Tuttavia, avendo a disposizione un computer non veloce e con soli 2GB di RAM, si è privilegiato Hauptwerk, pur nella versione limitata di base, parso più “reattivo” nei passaggi veloci con numerosi registri attivi, a differenza di GrandOrgue che rimaneva un po’ “indietro”. Anche la sensazione uditiva era a favore di Hautpwerk, con cui si aveva maggiormente la sensazione di suonare un organo a canne “vero”, a differenza di GrandOrgue in cui gli attacchi delle note davano ancora la sensazione di artificiosità e la sensazione di qualcosa di “sintetico”; probabilmente questo differente aspetto dei due software si attenuerebbe utilizzando computer più potenti ma non si è avuto modo di effettuare questa prova.

SCELTA DEGLI ORGANI E DEI REGISTRI

Unitamente al programma Hauptwerk viene installato l’organo St.Anne’s-Moseley, che oltre ad un suono gradevole ha una vasta scelta di registri e l’implementazione del pedale del crescendo. Nel Lauchpad, avendo a disposizione una matrice di 8×8 pulsanti (gli ulteriori 16 sono stati associati ad altre funzioni, come le combinazioni libere), i registri sono stati così organizzati, dal basso verso l’alto: due linee di pulsanti per la pedaliera, tre per il manuale I e altre tre per il manuale II; tremolo e unioni varie sono state messe più a destra, separate dai registri, come nello schema seguente:
Pad-StAnneMoseley-1

Dopo aver provato diversi organi virtuali gratuiti, la scelta definitiva è caduta sul Monaster, avente poca esigenza di RAM e quindi perfetto per il computer a disposizione, dotato di 2GB di RAM:
http://organ.monespace.net/ORGANWORKS/sampleset/monaster.html
nella pagina indicata da cui è possibile scaricare l’organo virtuale vi sono vari link in cui è possibile ascoltarne il suono.

Il Monaster viene proposto con cinque tastiere virtuali, e avendone a disposizione fisicamente soltanto due si è optato per far pilotare dal manuale I dell’Ahlborn i manuali I e II dell’organo virtuale Monaster contemporaneamente, e dal manuale II dell’Ahlborn i manuali III, IV e V del Monaster contemporaneamente; la pedaliera dell’Ahlborn comanda solo la pedaliera del Monaster.
Essendo unificate le tastiere III, IV e V sono stati unificati anche i pedali di espressione, ossia il pedale di espressione dell’Ahlborn (destro) comanda contemporaneamente i due pedali di espressione dell’organo virtuale Monaster.
Sono quindi rimasti inutilizzati, dell’Ahlborn, il pedale del crescendo, non implementato nell’organo virtuale Monaster, i vari registri, le combinazioni libere e gli altri pulsanti accessori. In tal modo è possibile suonare “contemporaneamente” all’organo virtuale anche l’organo Ahlborn, fatti convergere entrambi sullo stesso mixer; sebbene possa sembrare un idea senza senso, tale accorgimento può essere utile non solo ai musicisti impazienti per iniziare a suonare in attesa dell’avvio del computer, ma soprattutto, nel caso di utilizzo in un ambiente liturgico, non far mancare il suono in momenti in cui il computer potrebbe essere andato in crash; okay, il suono dell’Ahlborn non è neppure paragonabile a quello del Monaster, è solo in caso di emergenza…

L’unione di più manuali virtuali ha portato alla semplificazione dei registri in quanto sono stati “unificati” registri identici presenti su più tastiere.
Tali operazioni hanno portato alla necessità di “soli” 63 pulsanti tra registri ed altri controlli. Avendo sul pad solo 64 pulsanti a disposizione non era pensabile una organizzazione visivamente molto elegante per cui, non volendo eliminare alcun registro, il layout finale che ne è risultato è il seguente:
Pad-Monaster-1

Come si può notare il pulsante “Tremulant” fa da “confine” tra i registri dei due manuali, ed il pulsante “Swell to Great” tra i registri del I manuale e quelli della pedaliera. Avendo occupato 63 dei 64 pulsanti a disposizione, per completare il quadro è stato duplicato il pulsante “Swell to Great” sull’ultimo tasto del pad.

Una avvertenza: chi utilizza Hauptwerk nella versione basica gratuita non può pretendere, utilizzando l’organo virtuale Monaster, di inserire troppi registri contemporaneamente pena il superamento del limite di 250 canne, per cui dovrà effettuare qualche prova per evitare di trovarsi a premere dei tasti ma non sentirne il suono corrispondente. Un accorgimento per limitare il numero dei registri contemporanei, quando ci si trova in tali frangenti, potrebbe essere quello di optare, tra due registri dal suono simile, solo per quello il cui suono prevale di più: ad esempio un delicatissimo “Salicionale” ed una più marcata “Viola da gamba”, potrebbero essere “semplificati”, nel caso si debba togliere qualche registro, lasciando la sola “Viola da gamba”; questa è una scelta comunque da fare ad orecchio, in cui l’organista può liberamente personalizzare il suono a seconda delle proprie necessità e dei propri gusti “acustici”.

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